I ritardi dell’Italia nel gioco dell’economia aperta

I casi Pirelli, Meridiana e Italo mostrano quanto abbiamo da guadagnare dall’aprirci al mercato planetario degli investimenti; ma per questo occorre un sistema di servizi per l’impiego di cui non abbiamo ancora saputo dotarci.

 

Tra il 2015 e il 2017 sono entrati in Italia investimenti diretti stranieri per quasi 100 miliardi di euro. Tra gli investimenti più rilevanti ricordo quello della ChemChina su Pirelli, che ne ha rafforzato la leadership nel settore e aumentato gli organici; quello della Quatar Airways che ha salvato Meridiana dal fallimento, offrendole ora la prospettiva dell’acquisto di 20 nuovi aerei e di 1500 nuove assunzioni, con la trasformazione di Malpensa in hub internazionale della nuova compagnia, e aumento dei viaggiatori da 2,5 a 10 milioni l’anno; da ultimo quello del Fondo americano Global Infrastructure Partners su NTV, che punta a fare di Italo il primo colosso europeo dell’Alta Velocità low cost.

È evidente che far parte di un sistema di economia aperta e dinamica ci conviene. Per altro verso, farne parte implica accettare che gli investimenti, oltre che entrare, possano anche uscire…

 

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