Riforma della dirigenza: la Bongiorno riparte dove la Madia era stata fermata dalla Corte costituzionale, con rotazione ed incarichi brevi

Mancano solo l’istituzione del ruolo unico nazionale, la libera scelta della politica tra i dirigenti e la loro licenziabilità se nessun politico li incarica, e la riforma Madia della dirigenza, fatta fortunatamente naufragare dalla Corte costituzionale con la sentenza 2512/2016, praticamente sarà avviata dalla nuova inquilina di Palazzo Vidoni, Giulia Bongiorno.

 

Ormai da 9 anni a questa parte, chi intende attivare le riforme, “epocali” o legate alla “concretezza” che siano, non riesce a staccarsi dalle logiche e dal lessico della riforma Brunetta. Non male per un governodelcambiamento.
Si continua così a parlare di performance, come se i dipendenti ed i dirigenti pubblici fossero dei concertisti o attori teatrali; oppure di “obiettivi sfidanti” per la valutazione, in un’amministrazione pubblica per la quale ha per anni costituito da esempio di piano di obiettivi da imitare il Tribunale di Torino, con lo sfidantissimo obiettivo del recupero dell’arretrato.
Ovviamente, inserendo nel macinino sempre le stesse spezie, ecco che le anticipazioni di stampa illustrano alcuni contenuti della riforma della dirigenza: la rotazione e la “stretta” sulla durata degli incarichi…

 

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Riforma della dirigenza: la Bongiorno riparte dove la Madia era stata fermata dalla Corte costituzionale, con rotazione ed incarichi brevi