Pierre Carniti, il ragazzo terribile che conquista ancora

Pierre Carniti non è cambiato. Per lui i temi forti, da non dimenticare mai, per cui combattere, sono sempre gli stessi, l’inclusione e soprattutto la disoccupazione. Perché non c’è lavoro per tutti quelli che vorrebbero lavorare. E allora l’unica medicina è sempre quella, dividere il lavoro per lavorare tutti. Orari ridotti per dare a tutti la possibilità di lavorare. Lo pensava trent’anni fa, lo pensa anche oggi. E lo ha ripetuto questa mattina, in una bella festa che la Cisl ha organizzato per i suoi ottant’anni, compiuti a settembre.

La confederazione gli ha dedicato un bel libro, frutto di una serie di contributi, di amici e anche di sue antiche controparti, curato da Raffele Morese e Mario Colombo. E per presentarlo ha organizzato una manifestazione privata (con tanti ospiti illustri, dal presidente Mattarella a Romano Prodi), che è diventata una grande festa per lui, il ragazzo impossibile della Cisl, uno dei sindacalisti più forti che ci sia mai stato. Un uomo con una capacità immensa di infiammare i cuori. Fu uno delle anime vincenti nell’autunno caldo del 1969, quando il sindacato cambiò pelle, ma era gia’ stato l’artefice del primo grande cambiamento del sindacato italiano, quando, all’inizio degli anni Sessanta, alla guida dei metalmeccanici della Cisl di Milano, riuscì prima a far accettare agli industriali il principio della contrattazione integrativa in azienda e poi a far partire l’unità sindacale che visse negli anni seguenti delle fasi tra le più dinamiche.

Uomo di grande fascino, leader capace di grandi cose, Pierre Carniti è ora un uomo minuto, indebolito dagli anni: entra in sala tra gli applausi, quasi piegato su se stesso, il passo incerto; ma quando va al microfono e comincia a parlare,  non si ferma e ti conquista il cuore. Non ho timore di dire -e glielo ho detto questa stessa mattina- che ogni volta che lo sento parlare mi commuovo…

 

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Pierre Carniti, il ragazzo terribile che conquista ancora
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