Le statistiche nell’era della post-verità

In uno dei suoi primi Atti esecutivi, il nuovo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha affermato il principio secondo cui le varie Agenzie federali possono pubblicare i risultati degli studi da esse effettuati solo dopo aver ottenuto il permesso da parte dei loro responsabili politici.” A parlare così, non è un corrispondente dagli Stati Uniti, ma un docente universitario italiano, peraltro molto attento al rapporto fra produzione e diffusione di dati e ricerche, formazione dell’opinione pubblica e formulazione di proposte politiche.

Si tratta del professor Enrico Giovannini, che insegna Statistica Economica all’Università di Roma “Tor Vergata” e Public Management alla Luiss. E che, su questa iniziativa politica del neo Presidente Trump (gli Atti esecutivi sono una specie dei nostri decreti), ha richiamato l’attenzione nel corso della rubrica settimanale che tiene il venerdì mattina a “Radio Radicale”.

A lui il Diario del lavoro ha chiesto perché questo atto gli sia parso particolarmente significativo, quando non allarmante.

“A dire il vero – risponde Giovannini -, questa non è la prima volta che un vertice politico, anche nel mondo angloamericano, che per noi costituisce un modello di riferimento in materia di democrazia liberale, entra in rotta di collisione con la libertà di produrre e diffondere dati scientifici. Ad esempio, quando Margaret Thatcher era a capo del Governo britannico, venne sospesa la pubblicazione dei rapporti periodici sulla povertà nel Regno Unito. Dal momento che il tema ‘povertà’ non faceva parte dei programmi del suo Governo, decise che non si dovessero spendere soldi pubblici per finanziarie ricerche che, in quel contesto politico, apparivano inutili. Tali ricerche furono dunque abbandonate.”

“Allo stesso modo, negli anni 80 il Senato americano si pronunciò contro il finanziamento di ricerche sulla cosiddetta ‘contabilità ambientale’ condotte da un importante ente pubblico, il Bureau of Economic Analysis, che produce i dati statistici sul PIL e sulle altre grandezze macroeconomiche.”

“Ciò che però rende adesso più preoccupante un’iniziativa come quella assunta da Trump è il contesto in cui essa si inserisce…”

 

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