Lavoro. Lettera di un giovane economista ai critici del reddito di cittadinanza

Il Reddito di Cittadinanza varato dal governo italiano sta raccogliendo diverse critiche nel nostro Paese. Da giovane economista di 25 anni, sento la necessità di rispondere a queste obiezioni, non con scopo polemico ma per aprire un dibattito ampio su questa tematica.

 

Tralasciando le questioni di implementazione tecnica, su cui il dibattito pubblico già sta ragionando ampiamente, vorrei infatti rispondere a due obiezioni di fondo a questo tipo di provvedimento, che credo possano essere comprese solo analizzando i lineamenti della cultura politica oggi dominante in Italia e in altri paesi avanzati.

 

I due punti possono essere semplificati in questa maniera: da una parte si argomenta che una misura di welfare che assicura un reddito minimo di 780 euro possa scoraggiare l’accettazione di tutti quei lavori a basso salario; dall’altra si sostiene che una larga fetta di italiani, i cosiddetti furbetti, riusciranno ad aggirare i requisiti minimi e ad accaparrarsi il reddito senza averne un reale diritto…

 

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