L’apprendistato al centro del jobs act? Quello che i media non dicono

Quelle dei temi del lavoro nell’informazione Italiana sembrano essere sorti alquanto infelici. Il neo ministro del lavoro Poletti, durante la puntata di Porta a porta andata in venerdì sera scorso sera è intervenuto sui contenuti del tanto discusso e atteso, quanto rimandato, jobs act ,svelando diversi aspetti che avrebbero in tutto e per tutto potuto costituire una notizia. Per esempio il fatto che il Ministro consideri rischioso intervenire sulla semplificazione dei contratti per decreto legge, il che pone l’interrogativo su quale sia la sintonia con ritmi serrati enfaticamente annunciati dal presidente del consiglio Renzi. O ancor più il fatto che il contratto unico di inserimento a tutele crescenti, dopo mesi passati a svolgere il ruolo di cavallo di battaglia del piano che Renzi annuncia da almeno un anno (precisamente dal marzo 2013) , passi nel giro di una serata di talk show nelle seconde file dei correttivi alternativi. Lo strumento al centro del jobs act ora, stando alle parole di Poletti, diventerebbe l’apprendistato, istituto che deve essere reso più efficace per poter svolgere la sua funzione di semplificazione all’accesso al lavoro.
 
Che cosa questo significhi (se si batterà il consumato tasto della sburocratizzazione, o se piuttosto si guarderà alla qualità e alla modernità del modo di intendere la componente formativa) non è ancora dato sapere. Fatto sta che la centralità strategica dell’apprendistato nel piano riformatore è certamente una bella notizia. Se dovesse essere confermata dalla presentazione del piano, attesa per mercoledì prossimo, il convegno in ricordo di Marco Biagi che si terrà a Roma il 19 marzo sul tema della semplificazione sarà certamente la migliore occasione per capire dalle parole del Ministro, che concluderanno la giornata, quali siano le precise intenzioni del governo.
 
Mettere l’apprendistato al centro significa promuovere un’idea del lavoro nella quale anche l’impresa forma e contribuisce alla crescita del giovane, sia professionalmente che culturalmente, in un ottica riscontrabile anche nelle parole del Ministro venerdì sera. È quindi un gran peccato che tutti i titoli degli organi di informazione italiani abbiano scelto di porre l’accento sulla preoccupazione espressa da Poletti circa l’insufficienza degli stanziamenti per la cassa integrazione in deroga, condizione in verità citata dal Ministro non tanto per creare allarmismo quanto per sottolineare un altro punto dell’azione programmatica, ossia la soppressione della tipologia della cig in deroga (in linea con quanto previsto dalla riforma Fornero), ritenuta fonte di distorsione nell’equità delle coperture. Si conferma così un atteggiamento raramente smentito dai media italiani, sempre inclini a raccontare e descrivere i temi del mondo del lavoro attraverso il filtro pessimista della constatazione problematica, anche laddove la notizia sarebbe più ragionevolmente la soluzione proposta.
 
A questo si aggiunga che la scelta delle tematiche da mettere in prima pagina rispondono a vecchie logiche che poco hanno a che fare con il mercato del lavoro contemporaneo e che spesso non colgono i suoi cambiamenti. In questo i mezzi di comunicazione dovrebbero essere l’avanguardia che mostra l’orizzonte ad un sistema politico e sindacale ancorato in paradigmi superati, tuttavia spesso sono proprio i media che riportano la discussione a terra appena tenta di spiccare il volo.
 
Per questo cogliamo l’occasione per riproporre i contributi che ADAPT ha presentato recentemente sull’apprendistato:
 
– Working Paper ADAPT, n. 151/2014, Incentivi apprendistato: guida ragionata alle misure regionali e nazionali,  a cura di Michele Tiraboschi, Umberto Buratti e Lidia Petruzzo
– ADAPT Professional series, n. 1/2014, Apprendistato facile. La formazione di base e trasversale interna all’azienda, nelle discipline regionali e in alcune esperienze di successo, a cura di Silvia Cusmai
– Bollettino Speciale ADAPT n. 8/2014, #apprendistato e #alternanza per la formazione dei giovani, a cura di Simone Caroli
 
Francesco Nespoli
ADAPT Research Fellow
@franznespoli
 
Francesco Seghezzi
ADAPT Research Fellow
@francescoseghez
 
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