La scuola al via con centomila supplenti. La riforma non ha cambiato nulla

Bocciature da record al concorsone, distacchi, classi di concorso esaurite, assegnazioni provvisorie, e mettici anche la solita complicatissima discrasia tra organico di fatto e organico di diritto: un mix micidiale, che anche quest’anno, alla vigilia dell’avvio delle lezioni scolastiche, porterà nelle classi italiane almeno 100 mila supplenti su 750 mila professori totali. In barba alle 87 mila assunzioni portate a termine dopo la riforma della Buona scuola, e nonostante gli annunci e le rassicurazioni del governo, la supplentite non è morta, e forse neanche ferita. Anche se i dati sono ancora provvisori – perché i ritardi incredibili sulle assegnazioni delle cattedre faranno sì che molti dirigenti avranno il quadro chiaro solo poche ore prima del suono della campanella – le stime dei sindacati si allineano: dopo i 100.200 «prof in prestito» dello scorso anno, anche quest’anno saliranno in cattedra più di 100 mila supplenti.

 

Supplenti

Il ministero dell’Istruzione si mantiene prudente («Non saranno più di 90mila») ma i calcoli sono presto fatti. Sono 55 mila i supplenti che dovranno colmare l’organico di fatto, tutte quelle ore di lezione non previste nella programmazione: «Un paradosso assurdo, che non si verificherebbero se avessimo un organico stabile per garantire tutte le esigenze delle scuole», spiega Mimmo Pantaleo, Cgil. Tra questi 55 mila ci sono tra i 25 e i 30 mila posti di sostegno: ma sono destinati ad aumentare per effetto delle sentenze che puntualmente ogni anno destinano più ore di assistenza ai ragazzi disabili. Poi vanno considerati almeno 10 mila prof chiamati a sostituire colleghi con altri incarichi, comandi, distacchi, permessi speciali. Fin qui, si tratta di numeri che si ripetono più o meno in maniera stabile ogni anno.

 

Bocciati record

Ma stavolta c’è il nodo delle classi di concorso rimaste scoperte: almeno 15 mila dovevano essere occupate dai nuovi assunti col concorsone, ma i tantissimi bocciati (si stima il 55%) e i rallentamenti delle procedure- secondo Tuttoscuola solo il 12,5% è stato completato – lasciano poche speranze. In questo caso, bisognerebbe attingere alle Gae, le graduatorie ad esaurimento: che però sono appunto esaurite in molti casi. Mancano prof di sostegno, di matematica, di spagnolo, soprattutto al Nord. Chi andrà a coprire quelle cattedre scoperte? I supplenti, ovviamente: «È il buco più grande, il numero potrebbe oscillare dai 10 ai 20 mila: un’assurdità, se si pensa che intanto nell’organico dell’autonomia ci sono 4 mila esuberi che non si sa bene cosa andranno a fare», dice Maddalena Gissi, segretaria Cisl…

 

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