Il nuovo fondo di solidarietà territoriale per Trento e Bolzano

Nel riordinare il sistema dei fondi di solidarietà, il d.lgs. n. 148/2015 ha introdotto, nella versione definitiva del decreto, una importante novità, almeno per le Province autonome di Trento e Bolzano, ossia la possibilità dell’istituzione di un fondo di solidarietà territoriale intersettoriale (art. 40), disciplinato come i fondi di solidarietà bilaterali del modello principale di cui all’art. 26 del d.lgs. n. 148/2015, con la medesima finalità di garantire ai lavoratori di quei territori una tutela del reddito in costanza di rapporto di lavoro nei casi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa per le cause integrabili previste dalla normativa in materia di integrazione salariale ordinaria o straordinaria (di cui al Titolo I del d.lgs. n. 148/2015).

 

La Provincia di Bolzano non ha decisamente perso tempo, organizzando (già prima dell’approvazione definitiva del decreto legislativo) per il 30 settembre 2015 la prima riunione per l’istituzione del fondo di solidarietà territoriale ed intercategoriale.

 

Trattandosi dell’istituzione di un fondo bilaterale, le Provincie autonome non sono parti costituenti il fondo, tuttavia la disposizione prevede per esse la funzioni di promozione della costituzione dello stesso. D’altra parte, le Provincie autonome ne hanno un evidente interesse, poiché in questo modo i contributi versati dai lavoratori e dalle aziende con sede nelle due Provincie autonome saranno gestiti a livello territoriale invece che nazionale. Per le Provincie autonome è quindi anche un modo per esercitare la loro autonomia. Invero l’inserimento stesso nella disciplina di questa possibilità è un ulteriore riconoscimento e affermazione della loro autonomia territoriale. Peraltro, in materia di prestazioni di sostegno al reddito già il comma 124 dell’articolo 2 della legge 23 dicembre 2009, n. 191 dispone che siano delegate alle Province autonome di Trento e di Bolzano le funzioni in materia di gestione di Cassa integrazione guadagni, disoccupazione e mobilità, da esercitare sulla base di conseguenti intese con il Ministero del lavoro per coordinare e raccordare gli interventi, ivi compresa la possibilità di avvalersi dell’Inps sulla base di accordi con quest’ultimo. Le Province autonome possono regolare la materia sulla base dei principi della legislazione statale, con particolare riguardo ai criteri di accesso, utilizzando risorse aggiuntive del proprio bilancio, senza oneri a carico dello Stato. L’onere per l’esercizio delle predette funzioni rimane a carico delle Province autonome. Con riferimento a tale disposizione, è stata, poi, emanata la norma di attuazione (Decreto legislativo 5 marzo 2013, n. 28), ma finora questa possibilità non ha avuto ancora concreta attuazione nelle Province autonome.

 

A Bolzano è stata discussa già da qualche tempo l’istituzione di un fondo di solidarietà territoriale per venire incontro alle specifiche esigenze del territorio (per la particolare struttura del tessuto economico e l’obbligo del bilinguismo). Per questo motivo è stato inserito nell’accordo sugli ammortizzatori sociali in deroga firmato dalle parti sociali e la Provincia autonoma di Bolzano il 19 marzo 2015 (punto 1.11) l’impegno delle parti firmatarie a intraprendere trattative entro il 31 dicembre 2015 per agevolare l’introduzione di un ammortizzatore alternativo ai sensi dell’articolo 3 della legge 28 giugno 2012, n. 92, e successive modifiche ed integrazioni, ricorrendo ad uno o più fondi di solidarietà. Peraltro, in materia di fondi bilaterali territoriali, un’altra realtà che già funziona e che ha dato risultati molto positivi è il fondo territoriale (chiuso) Laborfonds per la previdenza complementare. Lo stesso opera nelle due province ed è gestito in maniera congiunta dalle parti sociali di Trento e Bolzano.

 

Il costituendo fondo bilaterale (ai sensi dell’articolo 40 del d.lgs. n. 148/2015) avrà la caratteristica di essere territoriale e intersettoriale, ossia di riferimento per tutte le categorie e i settori dei territori provinciali. A seguito della costituzione del fondo, dovranno versare ad esso i datori di lavoro con le seguenti caratteristiche:

  • appartenere a settori, tipologie e classi dimensionali esclusi dal campo di applicazione della normativa in materia delle casse integrazioni guadagni (Titolo I del d.lgs. n. 148/2015)
  • appartenere a settori che non abbiano costituito fondi di solidarietà bilaterali (sia ai sensi dell’art. 26 sia dell’art. 27),
  • occupare almeno il 75% dei propri dipendenti in unità produttive ubicate nel territorio delle province di Trento e Bolzano.

 

I datori di lavoro che occupano almeno il 75% dei propri dipendenti in unità produttive ubicate nel territorio delle province di Trento e Bolzano posso comunque decidere di aderire al fondo di solidarietà territoriale anche se sono già aderenti ad uno dei fondi di solidarietà bilaterali di cui agli art. 26 o 27 del D.Lgs. n. 148/2015 oppure se rientranti nel fondo di solidarietà residuale di cui all’articolo 28 o, a partire dal 1° gennaio 2016, nel fondo di integrazione salariale di cui all’articolo 29 del D.Lgs. n. 148/2015.

 

Nel caso di trasferimento dei datori di lavoro al nuovo fondo di solidarietà territoriale, i contributi eventualmente già versati o dovuti al fondo di provenienza restano a questo fondo.

 

Per il finanziamento del fondo, deve essere stabilita dal comitato amministratore un’aliquota di finanziamento almeno pari a quella stabilita per il fondo di integrazione salariale di cui all’articolo 29 del d.lgs. n. 148/2015 in relazione ai datori di lavoro che occupano mediamente fino a quindici dipendenti, ossia lo 0,45% della retribuzione mensile imponibile ai fini previdenziali. Il fondo sarà gestito, come gli altri fondi di solidarietà, da un comitato amministratore, nel quale saranno presenti due rappresentanti, con la qualifica di dirigente, uno per ciascuna Provincia autonoma.

 

A seguito della stipulazione dell’accordo collettivo intercategoriale per la costituzione del fondo, entro 90 giorni sarà poi necessaria, come per i fondi di cui all’articolo 26 del d.lgs. n. 148/2015, l’emanazione di un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, per l’istituzione del fondo presso l’INPS. In questo caso, il decreto dovrà essere adottato d’intesa con i Presidenti delle Province autonome di Trento e di Bolzano.

 

Si deve ritenere, poi, anche se non specificato dalla disposizione, che l’istituzione avvenga presso l’INPS di una delle due Province autonome, avendo appunto un carattere territoriale. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella di un fondo unico, ma con due gestioni (una a Trento e l’altra a Bolzano) e versamenti effettuati alla sede INPS della provincia dove è ubicata la sede del datore di lavoro. Quest’ultima è la soluzione che viene discussa a Bolzano.

La disposizione che prevede la costituzione del fondo territoriale intersettoriale lascia qualche dubbio circa il fatto che il fondo territoriale debba essere unico e comune ad entrambe le Province autonome oppure, come generalmente avviene per istituti che riguardano questi territori, possano costituirsi due fondi, uno per ciascuna provincia. Indubbiamente la Provincia di Bolzano, come è nella tradizione, preferirebbe costituire due differenti fondi, anche per meglio tenere in considerazione le esigenze peculiari del suo territorio, in particolare legate al bilinguismo.

 

Dal primo incontro tenutosi a Bolzano, pare che le parti sociali abbiano la volontà di procedere celermente verso la definizione di un accordo territoriale intercategoriale. Tuttavia, per poter proseguire nelle trattative, è emersa la necessità di disporre di dati dettagliati in particolare sulla struttura e dimensione dei datori di lavoro che hanno utilizzato negli ultimi anni la Cig in deroga.

 

Infine, nel caso in cui si confermi che il fondo di solidarietà territoriale debba essere uno solo, comune alle due Province, sarà necessario poi che gli incontri e le discussioni non si limitino all’interno della provincia di Bolzano, ma che ci sia un confronto tra le province, sia a livello istituzionale, sia in particolare a livello di parti sociali che dovranno firmare l’accordo.

 

Silvia Spattini

Direttore ADAPT

@SilviaSpattini

 

Josef Tschöll

Consulente del lavoro in Vipiteno

 

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