Il mio canto libero – Nuovo governo: buon lavoro (per tutti)!

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Per la prima volta i ministeri del lavoro e dell’industria (ora “sviluppo economico”), attraverso una forma di “unione personale”, sono stati unificati dal punto di vista della guida politica. La cosa ha un senso perché, senza sconvolgere le strutture amministrative, il nuovo ministro avrà modo di formulare atti di indirizzo alla dirigenza tra loro strettamente coerenti e, si presume, orientati alla crescita dell’economia reale con occupazione. Il fatto poi che egli sia il leader di uno dei due partiti della coalizione carica di significato (e di aspettative) questa scelta.

 

Come si è qui già considerato, al di là delle promesse elettorali su reddito di cittadinanza e pensioni, Luigi Di Maio avrà il compito non solo di condurre a sopravvivenza grandi patrimoni aziendali ed occupazionali come Ilva e Alitalia, o di pretendere un confronto con FCA sul suo nuovo piano industriale, ma anche di incoraggiare un più marcato e diffuso incremento dei posti di lavoro. Soprattutto nel mezzogiorno. Insistiamo a ritenere che alla ripresa italiana sono sin qui mancati i significativi apporti all’occupazione che potrebbero generare un vero rilancio del settore delle costruzioni, con i suoi effetti pervasivi, e una più sensibile crescita del nostro tradizionale small business ancora mortificato dalla oppressione burocratica e fiscale. La stessa straordinaria e lunga fase favorevole dei flussi turistici dovrebbe consentirci di consolidare una offerta di servizi ben più ampia e qualificata di quella sin qui prodotta. Ma per tradurre in occupazione le opportunità sarà necessario rimuovere pragmaticamente le ragioni di paura e diffidenza che soprattutto i piccoli datori di lavoro hanno verso la gestione di un rapporto di lavoro con le sue infinite regole formali e gli immanenti pericoli di contenzioso e di sanzioni.

 

In termini più strutturali, il tema dei servizi al lavoro non potrà non essere declinato soprattutto dal punto di vista delle politiche dedicate alla professionalizzazione dei lavoratori perché il problema non è tanto il generico incontro tra chi cerca lavoratori e chi cerca lavoro quanto l’accompagnamento di questo incontro con le necessarie competenze. E qui formuliamo un sentito augurio per il difficile confronto con le Regioni e l’invito ad una forte collaborazione con il sistema dell’istruzione per promuovere nei territori vere e proprie reti sinergiche per l’occupabilità coinvolgendo anche le parti sociali e i consulenti del lavoro. Sarà poi inevitabile considerare l’obiettivo di un reddito di cittadinanza attraverso il contestuale riordino degli attuali strumenti di sostegno al reddito, a partire dal Rei e dalla Naspi, affinché tutto concorra ad una vita attiva e non si configurino trappole della passività. Per le pensioni, infine, ogni ipotesi sarà costretta a confrontarsi con i criteri della sostenibilità finanziaria e della coesione sociale. I circa venti miliardi di impegni assunti nella scorsa legislatura per derogare alle rigidità della riforma Fornero hanno creato disordine e moltiplicato le percezioni di iniquità. Si cerchino quindi soluzioni che superino le molte segmentazioni e consentano a tutti flessibilità ragionevoli e compatibili. Buon lavoro!

 

Maurizio Sacconi
Presidente Associazione Amici di Marco Biagi
@MaurizioSacconi

 

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