Gli annunci del governo e la realtà dei conti

Ancora ieri il vicepremier, Luigi Di Maio, ha definito «pastoie burocratiche» e «bollini da mettere» quella che è una procedura tecnica di controllo delle coperture finanziarie dei provvedimenti prima che vadano sulla Gazzetta Ufficiale. Coperture, è appena il caso di ricordarlo, previste dall’articolo 81 della Costituzione. Il leader del Movimento 5 Stelle ha preferito così rilanciare queste accuse generiche anziché riconoscere che il consiglio dei ministri, il 2 luglio, cioè undici giorni fa, ha approvato il decreto «dignità» senza le necessarie norme di finanziamento dei minori introiti(Iva sui giochi e split payment), che ammontano a qualche centinaio di milioni l’anno. Un pasticcio di cui non sono certo colpevoli né la Ragioneria generale dello Stato né il Quirinale, che hanno solo fatto il loro dovere. Liquidare l’incidente come un dettaglio da burocrati, appunto, sarebbe un errore, perché o il governo spiega come eventualmente bypassare i «bollini da mettere» senza far prendere all’Italia derive greche o argentine oppure dovrà prepararsi a fronteggiare ben più serie «pastoie burocratiche» con la prossima legge di Bilancio, visto che al momento risultano confermati gli ambiziosi programmi di spesa, senza che nessuna garanzia sia stata fornita sulle coperture. Nonostante la campagna elettorale sia finita (o forse no, se il nuovo traguardo è quello delle elezioni europee dell’anno prossimo) continua la politica degli annunci…

 

Continua a leggere su corriere.it

 

Gli annunci del governo e la realtà dei conti
Tagged on: