Ecco perché 96 studiosi scelgono Inps per fare ricerca

Novantasei studiosi (non solo italiani) hanno scelto Inps per fare ricerca sui temi del welfare, le trasformazioni del mercato del lavoro e le pensioni, le politiche attive, gli interventi contro la povertà. È il risultato, significativo, che emerge dal secondo bando per il programma VisitInps Scholars che si è chiuso venerdì scorso. Il programma, avviato da un paio d’anni sotto la presidenza di Tito Boeri, consente a studiosi nazionali e internazionali di utilizzare le ricche banche dati dell’Istituto per svolgere ricerche su aree strategiche di interesse per l’Inps, in stretta collaborazione con il Servizio Studi, e trascorrendo un periodo di studio a Roma presso la sede centrale dell’Eur.

 

Domande dal Mit, Havard e la London School
Inps ha ricevuto 96 domande di partecipazione, quindici delle quali da full e associate professors, 39 da ricercatori confermati o post-doc e le restanti da studenti di PhD. Delle candidature ricevute, 25 provengono da istituzioni o università estere fra cui Mit, Harvard, Berkeley, University of Michigan, Brown University, London School of Economics (Lse), University College London e Toulouse School of Economics. Più in particolare 24 domande sono state inviate per la Fellowship, rivolta a ricercatori junior con un’età massima di 35 anni, 6 per la borsa di studio dedicata a Valeria Solesin, 19 per il programma di ricerca di Scholar di “tipo A”, rivolto a ricercatori senior e retribuito, e 47 per il programma Scholar di “tipo B”, anch’esso rivolto a ricercatori senior, ma per il quale non è prevista alcuna indennità…

 

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