Butera e la Rivoluzione tecnologica che non fa danni

Siamo inondati da profezie che decretano la sconfitta dell’uomo nella «gara contro le macchine» e la sostituzione di massa dei lavoratori con i robot. Non importa se le esperienze in corso in tante imprese, anche italiane, mostrano processi d’innovazione che ruotano, al contrario, intorno alle persone. Il catastrofismo ha sempre sovrastato le altre voci, ieri come oggi. Salvo poi essere smentito, cessato il frastuono, come sovente è accaduto nella storia. Tanto più merita attenzione un approccio come quello di Federico Butera che, sulla Harvard Business Review , sollecita a passare dalla «contemplazione delle conseguenze» alla «progettazione sociale della tecnologia». In realtà — scrive il sociologo, una lunga esperienza nel ridisegno delle organizzazioni aziendali — la gara contro le macchine è tutt’altro che perduta. Innanzitutto perché il lavoro umano può essere arricchito, com’è avvenuto in aziende come Vodafone o in organizzazioni come l’Agenzia delle Entrate, l’Inps e Banca Intesa, dove gli operatori di call center, gli sportellisti e i cassieri sono stati trasformati in consulenti della clientela…

 

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Butera e la Rivoluzione tecnologica che non fa danni
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