Back2basics: Gig Economy

Le parole sono importanti. Lo sono tanto più quando in base a esse si definiscono ipotesi, si tratteggiano scenari (magari politici), si fanno scelte (anche economiche). Per questo motivo è fondamentale attribuire a ogni parola il giusto significato. Troppo spesso, infatti, la voglia di semplificare da una parte e l’incapacità di cogliere la complessità insita nei fenomeni dall’altra portano a conclusioni sbagliate. È il caso – per esempio – della tendenza a trattare come se fossero sinonimi il concetto di Sharing Economy e quello di Gig Economy: concetti profondamente diversi ma che, per mille (pessimi) motivi, tanto legislatori di ogni bandiera e colore quanto sedicenti esperti dell’ultim’ora trattano come se fossero la stessa cosa.

 

Se parliamo di Sharing Economy, possiamo affermare che il concetto di economia della condivisione è articolato, multiforme e complesso, ma si basa sull’idea generale che il valore del possesso di beni, competenze, mezzi di produzione o altro possa essere condiviso – grazie a piattaforme software diffuse – tra più attori. Come dire, semplificando, che non ci serve il trapano, ma il buco che fa. Con l’ovvia conseguenza che più che essere tutti titolari di un trapano usato 10 minuti l’anno dovremmo tutti poter accedere, in quei 10 minuti, ad un trapano condiviso…

 

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Back2basics: Gig Economy
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