Ammortizzatori a tutele decrescenti

Cresce l’attesa dei contratti a tutele crescenti e dei nuovi ammortizzatori sociali. Nasce la stagione del nuovo ammortizzatore unico e delle politiche attive. A maggio partirà la Naspi, che sostituirà Aspi e mini Aspi. A questa si aggiungeranno l’Asdi, per quei lavoratori che dopo la Naspi si trovassero senza lavoro e con problemi di reddito (durata annuale), e la Dis-Coll, indennità riservata ai lavoratori precari e discontinui.
 
Questi nuovi ammortizzatori sostituiranno tutti gli altri, compresa la mobilità, fatta salva la Cassa integrazione solo per le aziende che hanno ancora un futuro produttivo. La Naspi avrà una durata di due anni nel 2015 e 2016, di 18 mesi nel 2017. L’entità sarà compresa tra un massimo di 1.300 euro al mese e un minimo di 700 euro. Con il tempo l’indennità si ridurrà, per favorire un comportamento di ricerca attiva di un nuovo lavoro da parte del disoccupato.
 
Mentre si è costruito un castello di indennità decrescenti, poco spazio viene riservato nei fatti al rafforzamento dei servizi all’impiego, pubblici e privati. Non si può infatti punire un disoccupato se i servizi all’impiego che lo dovrebbero aiutare non sono capaci di farlo. Inoltre resta aperta la strada del voucher di ricollocazione. Ancora una volta il rischio è che ci si concentri solo sull’indennità risarcitoria e poco o nulla sull’accompagnamento delle persone. A tutele crescenti sulla carta si accompagneranno ammortizzatori e servizi decrescenti?
 
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Ammortizzatori a tutele decrescenti